martedì 7 luglio 2015

VIGNETTE ESEMPLARI - IL SOSPETTO




IL FIGLIO DI ASTERIX TAVOLA 4
La riproposizione delle avventure di Asterix proposta dai quotidiani del gruppo RCS è per me l’occasione oltre che di rileggere con occhi diversi alcune storie a fumetti fondanti dei miei gusti [1] e per scoprire qualcosa di nuovo.
L’abilità grafica di Albert Uderzo, ad esempio, che con occhi smaliziati dal tempo (ahimè) passato. Il disegnatore di origine italiana è un grande, poco da dire, e Asterix nella sua classicità si rivela un laboratorio di sperimentazione di tecniche di narrazione (se volete fare gli anglofoni, storytelling).

Quando ho ripreso Il figlio di Asterix mi ha colpito in particolare una tavola (la 4), giustamente sottolineato anche nell’utilissimo e approfondito apparato critico che compare in coda ad ogni avventura. Eccola qui.


Situazione: davanti alla porta di Asterix viene lasciata una culla con dentro un bambino. Nessuno sa chi sia, né chi sia la madre. Così Asterix chiede una riunione del consiglio del villaggio (il capo Abraracourcix, il druido Panoramix, il bardo Assuracentourix) per discutere del problema.
La riunione si svolge nella capanna del capo, e assiste anche Beniamina, la moglie di Abraracourcix, apparentemente impegnata in proprie faccende di ricamo.
Ma tra l’agitazione di Asterix e nel dubbio degli altri uomini, , è proprio la donna a dire e non dire, a insinuare il sospetto.
Osserviamo come venga resa magistralmente nel disegno la situazione.
Nella prima vignetta la riunione è al completo nella solennità: Asterix è composto, mani dietro a schiena, poiché si rivolge alla massima assemblea del villaggio; i tre membri del consiglio hanno una staticità quasi ieratica, appaiono per nulla umoristici (specie il bardo e il capo, che spesso sono invece implicati in gag ricorrenti); Beniamina non fa parte della riunione ed è impegnata in fatti suoi, intenta a guardare il suo lavoro.
La seconda vignetta stringe su Beniamina, che continua a ricamare, mentre apparentemente per caso fa l’antifona a un’osservazione. Ma il suo aspetto arcigno non fa sospettare nulla di buono.
Seconda striscia, prima vignetta: scatta l’allusione vera e propria. Beniamina continua ad essere intenta ai lavori suoi (ma non ai fatti suoi) e lancia il sospetto, seppure senza dichiarare esplicitamente quale sia. Asterix, di spalle ma con le ali del suo elmo ben ritte, inizia a perdere la sua compostezza: si prepara la tempesta.
E qui la striscia prosegue con tre capolavori in primo piano: i tre membri del consiglio che meditano sull’allusione. Diciamoci la verità: queste tre vignette mute, in cui il messaggio è lasciato solo agli sguardi di sottecchi e ai gesti di Abraracourcix e Panoramix sono un capolavoro di rappresentazione psicologica. Tutti noi sappiamo cosa stanno pensando i tre. E forse questi sguardi esplicitano\lasciano solo apparentemente implicito lo stesso pensiero che è venuto a noi lettori!
Da notare che Uderzo, da grande conoscitore della narrazione, in questa striscia non segue lo schema delle posizioni che si ritrovava nella prima vignetta (da sinistra verso destra Beniamina- Asterix- bardo-capo-druido): se le posizioni di Beniamina e Asterix sono le stesse (anche l’inquadratura lo è), visto che le posizioni si ripeteranno più o meno anche nella terza striscia, il nostro autore decide di variare. Ecco che il primo a essere inquadrato (un mezzobusto) è Abraracourcix, anche per il suo legame con Beniamina; poi Assuracentourix e infine Panoramix. La sequenza prevede che al centro sia l’unico che non porta una mano al volto per esprimere i suoi dubbi (altra variazione), e che l’ultimo sia Panoramix, da sempre il personaggio più vicino ad Asterix assieme ad Obelix.

Terza striscia. Finalmente vediamo in volto Asterix: è tra lo stupito e l’indignato, e la deformazione del suo volto è caricata e il gesto tipicamente umoristico. Dalla staticità della prima striscia entriamo in una striscia in cui domina il dinamismo.
Nella vignetta successiva la staticità è ormai persa: Beniamina è l’unica che si ripete nel suo atteggiamento (pur continuando a non guardare gli altri porta alle conseguenze le sue allusioni pur senza dire esplicitamente ciò che è chiaro a tutti); Asterix è una furia, scalpita come un toro, allunga le mani per abbrancare e artigliare la pettegola, il suo volto è scomposto ed enfaticamente colorato di rosso; Panoramix si è spostato al centro della composizione, in quanto l’unico che possa trattenere Asterix, sebbene con una certa flemma indifferente (continua anche lui a sospettare che Asterix sia in effetti il padre del bambino?); a destra Assuracentourix ha perso la sua nobile posizione e sembra perplesso dalla piega che sta assumendo la vicenda; infine Abraracourcix sembra un bambino sperduto: non interviene a difendere la moglie né a biasimare quanto ha detto.
Nell’ultima striscia la situazione si risolve per interventi esterni, e conduce alla tavola successiva.

Cosa dire in sintesi?
Uderzo è maestro nei tempi di scansione delle vignette, e la sapiente alternanza tra posizioni, espressioni, staticità e dinamismo è da antologia.
Possiamo solo applaudire e studiare con devota ammirazione questo maestro della bande dessinée.


[1] Ho conosciuto Asterix attraverso le mitiche pagine del Giornalino, tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80. Ma all’epoca, come nei film di Bud Spencer e Terence Hill, quello che mi colpiva era soprattutto il pugno, la rissa, il tormentone SPQR. Oggi posso apprezzare (solo in parte, vista la mia cultura non francese) l’abilità delle battute e delle situazioni e la grandezza del tratto di Uderzo.

Nb: le immagini non mi appartengono ma sono copyright degli aventi diritto e qui appaiono solo a supporto dell’analisi. Questo blog non ha fini di lucro.

3 commenti:

  1. Hands Up per i Fruttero e Lucentini del fumetto mondiale (europeo)!!! Albi interi tutt'ora a memoria, tormentoni, personaggi....E la prole che si fa grasse risate prendendo il testimone della mitica prima collana originale degli anni '70.

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  2. Io li ho riscoperti con l'edizione della RCS. Li leggevo da piccolo sul Giornalino, e come detto, amavo il pugno e l'eccesso.
    Da grande apprezzo ancora di più le favolose sceneggiature e i grandi disegni
    E

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