domenica 17 giugno 2012

FIDA DIDA 8 – RUMORI DI FONDO (meno 198.5 al BigT)


Per gli amici che si fossero persi le ultime puntate...
QUI abbiamo iniziato a inquadrare il tema delle didascalie in Watchmen. Abbiamo identificato questi tipi di uso della didascalia:
1) Il Diario di Rorschach di cui abbiamo parlato QUI;
2) Il testo del fumetto dei pirati, di cui abbiamo parlato QUI
3) Dialoghi effettivamente pronunciati in un'altra scena che proseguono, come voci fuori campo, su vignette che riportano flashback o scene contemporanee che però si svolgono altrove, di cui abbiamo parlato QUI;
4) Il diario del Dottor Long, di cui abbiamo parlato QUI;
5) Pensieri veri e propri del Dr. Manhattan, di cui abbiamo parlato QUI.



E finalmente eccoci giunti all'ultima stazione di questo viaggio nelle didascalie di Watchmen.
Ohibò, ciò di cui parleremo oggi, in realtà, non è che si possa definire veramente una didascalia...
Siamo nel capitolo VII, in cui non compare alcun tipo di didascalia. O meglio, ne compare una, brevissima, alla tavola 23, Vignetta 3 (frase pronunciata da Nite Owl che prosegue dalla vignetta precedente).
Per il resto silenzio.

Ma ne siamo sicuri?

A leggere bene, nelle tavole dalla 11 alla 15 siamo a casa di Dan. Qui Laurie e Dan, tra riflessioni su ciò che sta accadendo ai Vigilantes e sulla guerra, iniziano la loro “patologica” seduzione (nel suo sogno da adolescente, Dan visualizza prima Twilight Lady, una supervillain sadomaso; Laurie nel dormiveglia chiama Manhattan).
In queste tavole la televisione fa da voce in sottofondo: la vera scena inizia con la tv che viene accesa, e finisce con la tv che viene termina i programmi, benché non venga spenta.

La tv compare spesso, come strumento di informazione (specie per Veidt) o disinformazione (l'episodio dell'intervista a Manhattan). Certo, non siamo ai livelli anni '80 di presenza nella storia che troviamo nel Dark Knight di Frank Miller o nei film di Verhoeven (specie il primo Robocop o Starship Troopers... senza dimenticare che il secondo e il terzo Robocop furono sceneggiati proprio da Miller), ma la tv compare.

E qui compare a contrappuntare ciò che avviene "in primo piano", funzione svolta altrove, appunto (e scusate il bisticcio) dalle didascalie.
Benché tecnicamente l'audio della televisione non sia un fuori campo come accade alle didascalie, la sua funzione narrativa e linguistica è la stessa.

In realtà abbiamo diversi livelli e diverse fasi della tv in questo episodio, come se Moore avesse voluto nasconderci i diversi usi proponendoci una varietà che potrebbe suggerire al lettore disattento la casualità.
Vediamole tavola per tavola.

ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER!

Nella tavola 11 la tv viene accesa da Laurie, apparentemente come sottofondo. E' l'ora del notiziario, ma Laurie e Dan parlano di altro.
Prima notizia: aumento degli incendi. Alla fine dell'albo i due Vigilantes tornati in azione interverranno proprio su quelli. La tv è una profezia.
Poi si passa (tra tavola 11 e la 12) alle indagini su Rorschach. Altre profezie (la padrona di casa che tornerà in seguito, Godfrey) e una triste illusione: l'intervista al Dottor Long, lo psichiatra che in video si dichiara “fiducioso e ottimista”, mentre noi sappiamo dall'albo VI che Long saraà annichilito dall'incontro con Rorschach.
Poi si passa alla politica estera, l'invasione russa dell'Afghanistan, proprio mentre Laurie, parlando di Rorschach, dice che “abbiamo tutti i nostri problemi”. E il finale di tavola è dedicato alla Madre Inghilterra, con le sommosse di Greenham Common riviste in salsa Watchmen. 
(Se volete sapere quale sia il riferimento nella nostra realtà, leggete qui)

Con tavola 13 i contrappunti aumentano, mentre Dan e Laurie diventano indifferenti alla tv. Finisce l'interazione, la tv assume quel ruolo di “didascalia” che abbiamo visto specie per il fumetto dei pirati.

E a proposito dei fumetti dei pirati, a Tavola 13 vignette 2-3: si parla della scomparsa di Max Shea. Dan e Laurie parlano del teletrasporto, e più avanti scopriremo che Shea è stato assoldato per il folle progetto di Ozymandias che implica un teletrasporto.

Vignetta 4: si parla dell'Istituto per gli Studi Extraspaziali, di nuove dimensioni, di prospettive “eccitanti ma anche allarmanti”. Dan commenta che il vapore gli ha appannato le lenti. Simbolismo semplice: non vede nemmeno cosa ha davanti agli occhi. Non dimentichiamo che il mostro di Veidt si materializzerà a New York proprio in quell'edificio.

Vignette da 5 a 7: intervista al Dottor Corey, un fisico che esalta i successi nella ricerca di nuove fonti di energia. Laurie passa a un approccio fisico (il gioco di parole ci sia permesso) con Dan, e la chiusa in Vignetta 7 è indicativa: Laurie dice a Dan che è inibito, mentre alla tv Corey dice che “le nostre attività esplorano spazi che ieri credevamo irraggiungibili”. Attenzione: stiamo parlando di Dan, di una personalità infantile che sogna i supereroi e in loro si identifica tanto da volerli imitare; che scrive articoli ornitologici che la gente trova noiosi (e perfino Laurie che gli ha appena chiesto degli articoli non ascolta nemmeno la risposta...); che a tavola 16 sogna di avere un rapporto con Twilight Lady, una "reginetta del vizio" dominatrix di cui conserva una foto, come conserverà il Tijuana Bible dedicato alla prima Silk Spectre; l'uomo che Veidt invita a crescere e che finirà la storia cercando di ricreare un duo di vigilantes con Laurie; il cui unico vero amico è il suo modello da supereroe, il Nite Owl I.
Il sogno sta per diventare realtà, ma Dan ancora non ci crede.

Dalla penultima vignetta di tavola 13 alla tavola 15 c'è la sezione televisiva dedicata a Veidt. Prima abbiamo la pubblicità di Nostalgia (lo spot alla tv dice che è incredibile come “uno così indimenticabile... trovi indimenticabile anche me”) mentre Laurie bacia Dan. Da notare: è Laurie a baciare Dan, non il contrario. Ripetiamo: anche nel sogno di Dan, Twilight Lady appare come una dominatrice con tanto di frustino! Ed è stata lei a mandare la foto a Dan (si suppone con allegate proposte), foto di cui Dan non riesce a "disfarsi".

Le vignette 2-4 della tavola 14 presentano Ozymandias a uno spettacolo di beneficenza. La prima fase è il riscaldamento per Veidt... ma anche per i due amanti.

Poi Moore inizia a scatenarsi con i doppi sensi e il contrappunto: ciò che dice la tv contraddice ciò che accade a Dan e Laurie. Nella vignetta 5 Veidt con “sicurezza... afferra la sbarra, iniziando il numero”, mentre tra i due c'è il dubbio di non essere nella “posizione giusta”. Nella 6 i movimenti di Ozymandias vengono descritti come “fluidi e spontanei, senza esitazioni o tremori”, mentre il dialogo tra gli amanti mostra la difficoltà a svolgere una operazione “complessa” come sbottonare la camicetta di Laurie.
Nella 7 apparentemente si cambia registro: il pubblico di Veidt si elettrizza ai suoi volteggi, e Laurie geme di piacere. Ma è un gioco tra Moore e il suo lettore: alterna momenti in cui tutto sembra “andare bene” tra gli amanti (e la voce della tv rafforza ciò che accade con un contrappunto positivo) a momenti in cui le cose “non procedono” (e allora la voce della tv da' un commento involontariamente ironico). Infatti già nella 8 Dan è imbarazzato su come posizionarsi, mentre la tv esalta “la grazia dei suoi [di Veidt, ndr] movimenti... straordinaria per un uomo di oltre quarant'anni”.
La 9 sembra riportarci sulla via del successo. Mentre Veidt ruota elegante, passando “da un'asta all'altra” (e qui i doppi sensi si possono sprecare), i due amanti gemono di piacere.


A tavola 15 la vignetta 1 riprende invece la differenza tra tv e “realtà”: mentre Veidt è “perfetto”, Dan inizia la sua defaillance. Nella vignetta 2 Ozymandias conclude perfettamente il suo numero, Dan ormai dichiara il suo fallimento, mentre Laurie lo consola. Nella 3 l'applauso della folla e i ringraziamenti contrappuntano la frase di Laurie: “abbiamo un sacco di tempo”. Sono le 8 meno 20 p.m.

E poi l'escalation. La vignetta 4 è spietatamente sarcastica. Sono le 11 di notte, la tv saluta, dopo tre ore Dan è ancora impotente. 
La 5 parla di una pausa pubblicitaria durante il film della notte, che esalta “meltdowns... con la loro esplosione di frutta e il delizioso nucleo fondente...” (ancora una volta il doppio senso è garantito), ma Dan è ormai crollato addormentato. E la 6 è la conclusione: sono le due del mattino, la tv saluta e invita a riposarsi facendosi un “sonnellino”, mentre anche Laurie rinuncia e, poche vignette dopo, nel bianco della tv lasciata accesa ma senza programmi, si addormenta.

Non stiamo qui a parlare del sesso tra Dan e Laurie, che più avanti avrà come sottolineatura di un risultato ben più positivo le immagini di volo e di lanciafiamme (ma lì le maschere aiuteranno). Qui quello che ci interessa è il rapporto tra le diverse voci (e immagini) che confluiscono nelle vignette, il “sottolinguaggio” valutato da Moore, per cui la combinazione di testo e immagine dà più informazioni della semplice somma delle informazioni date dalle due componenti singolarmente.
Come detto e visto, la tv che parla, tra i protagonisti indifferenti, ha la stessa funzione che avevamo visto per le didascalie di dialogo o per i diari: vale per sé stessa (sono date numerose informazioni sulla vicenda, anche se non coglibili immediatamente\non colte dai protagonisti), ma vale anche quale elemento della miscela alchemica che è la vignetta in Watchmen.

Per concludere questo nostro discorso: la vera sfida di Watchmen non è stata quella di raccontare le vicende di un gruppo di personaggi dalla psiche complessa che giocano a fare i supereroi.
La vera sfida è stata quella di trovare nuove vie di espressione per il fumetto, testuali, grafiche, e soprattutto nascenti dalla combinazione dei due elementi che fanno il medium fumetto. Questo breve studio sull'uso delle didascalie (ohibò! Breve?) vuole essere un esempio di cosa si nasconde “sotto la maschera” di un indagine poliziesca su un delitto che porta a cercare di salvare il mondo.
Chi volesse fare un Watchmen II o un Pre-Watchmen deve entrare in competizione su questo piano, non su un piano puramente narrativo.
Perché sulle “cose da dire sulla vita dei personaggi”, ben poco di interessante si potrà aggiungere.


Una piccola nota finale (se qualcosa ha mai fine, in Watchmen).
Come detto, il capitolo VII (con l'eccezione detta) e il Capitolo XII sono gli unici privi di didascalie. Anche nel XII “compare” la voce della televisione, ma lì questo suono non è un rumore di fondo: è una delle voci che “dialogano”.
Spiego meglio: ciò che dice la televisione viene ascoltato, ripreso e commentato dai personaggi in scena, la televisione qui è un “personaggio presente”, che interagisce con i personaggi della scena, a differenza di ciò che accade con tutte le didascalie eccetto quelle del pensiero del Dottor Manhattan. Ma nel capitolo XII, come detto, tutto ormai è spiegato: non servono contrappunti, interpretazioni. Tutto va vissuto nell'istante, per i protagonisti e per il lettore, e le didascalie scompaiono.


PS: come sempre, immagini, Tavole e traduzione sono copyright degli aventi diritto. Per il fumetto sono tratte da Watchmen – Sotto la Maschera, I classici del fumetto di Repubblica Serie Oro 26, 2005 (DC Comics e Panini S.p.A.); l'immagine di testa è tratta da Internet... e tutto ciò non è qui posto per fini di lucro, ma solo per esigenze di critica.  

5 commenti:

  1. qualche giorno fa mi è venuto in mente che anche al Don Quixote di Cervantes fu accompagnato da un "sequel" anonimo... :)

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  2. giusto! Tra la prima e la seconda parte... anzi: la seconda parte fu scritta da Cervantes proprio perché era uscita la "continuazione non autorizzata". ma non credo che zio Alan, per quanto indignato, farà Watchmen II!
    Lui ha detto che Watchmen II era Twilight, il crossover "definitivo" della DC. Ma non c'erano i Watchmen: la sua idea è sempre stata che W è una storia "chiusa" (in senso narrativo). Watchmen II può essere solo una continuità nel senso della scrittura con tecniche simili ma evolute. Forse Promethea, con le opportune differenze, è il vero Watchmen II.

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  4. hehe dici che il viaggio del Dott. Manhattan finirà prima o poi all'Immateria?
    Comunque: da un lato trovo difficile che un editore di fumetti seriali non sia tentato di proseguire anche le strade più "chiuse" (altrimenti andrebbe un pò conto la sua natura), d'altra parte è impossibile che un capolavoro venga sommerso dalla muffa epigonica. A meno di non chiamarsi Stanley kubrick, o insomma di non produrre un nuovo capolavoro che fagociti l'originale... ma quello non è lo stesso campo da gioco e non è nemmeno lo stesso sport.

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  5. Ma il Dottore E' nell'Immateria! Basta leggere Promethea per capire che tutte le storie stanno lì...
    La DC può fare quello che vuole. Io non sono a priori contro Before Watch nel senso del "diritto morale a farlo" (come sostiene qualcuno - sul diritto legale dubbi ce ne sono ben pochi). Il concetto è che io posso prendere Achille e fare Mytico!, ciò non significa che faccio l'Iliade II. Diversi i presupposti e le modalità espressive (soprattutto queste). Quando dico che Watchmen II era Twilight of Super Heroes come concepito da Moore, dico che era una continuazione sulla via del codice fumetto, non della storia con i personaggi. Quelli sono abbastanza "completi" in Watchmen I (e ben poco archetipici, in realtà) per farne infiniti seguiti, prequel o quant'altro

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