Allora.
Questo è il
resoconto dei viaggi della nave spaziale Ent… no, scusate, mi stavo
confondendo.
Re-boot (DC).
Delle giovani
menti plagiabili si riuniscono ogni tanto nella Tana del Sommo, a parlare di
Fumetto. Talvolta anche il Divo Claudio esce dal suo Tempio e discende tra loro
per oracolare.
L’ultima
discussione si è basata sul “Fumetto Next Level”, ovvero come prospettare un
fumetto uguale eppure diverso partendo dalle nuove tecnologie che stanno invadendo
il mercato.
Il primo
approccio è stato, ovviamente, sentimentale. Lello, da Milord quale è, ha
proclamato che l’idea di rinunciare al cartaceo per un’esclusiva del digitale
“lo fa defecare”. La folla plaudente consentiva a tale affermazione.
Detto ciò, il
Sommo ha sfruttato i suoi poteri derivanti da anni e anni (e anneti e vigneti)
di Istruzione Obbligatoria per riportare l’ordine, e vagliare non tanto cosa ci
piaccia o non ci piaccia, ma se si possa fare fumetto con le nuove tecnologie
senza per questo snaturare il fumetto stesso. Il tutto memori di una
discussione vista su Facccebùk a partire da questo video.
Si è visto 'sto
nuovo tipo di supporto e si è proclamato che le variazioni di punto di
vista non possono essere fatte rientrare nel fumetto così come lo conosciamo. Con
un 3D che porta a modificare il detto pdv (punto di vista) scelto dal
disegnatore, il medium diventa qualcosa di diverso. Insomma, cessa di essere un
fumetto, così come avviene se si inseriscono animazioni (o semianimazioni) o
suoni sfruttando i nuovi mezzi digitali.
Fermo restando
che il fumetto cartaceo, così come il libro cartaceo, è ormai un supporto
difficilmente perfettibile, si è passato a vedere cosa fare senza il cartaceo.
Quanto al fumetto
su PDF, abbiamo stabilito che non ci interessa analizzarlo. Finora è un
cartaceo su altro supporto, tutto qui. Ottimo per risparmiare costi e
diffonderlo anche agli sfigati che non sanno cosa sia un’edicola (onta su di
loro, e rimembranza nostalgica delle diverse stazioni della Via Comics di
quando eravamo giovani, chiedendo ad ogni edicola se fosse uscito il nuovo
numero del nostro fumetto preferito che non era ancora arrivato all’edicola
precedente…), ma nulla di diverso dal fumetto su carta.
Poi ci siamo
arenati per un po’ sulle impostazioni tecniche dei supporti, con il Sommo che
ha tuonato: “Questi sono problemi di cui si occuperanno i tecnici! Io non
studio come fare una carta migliore, posso richiederla, ma saranno i Mastri
Cartai in combinazione con i Prodi Alchimisti a produrmela e a fornirmela! A me
la creazione della storia, a loro la matericità!”
Si è poi
proceduto alla ri-analisi nel dettaglio di Luther, di Mark Waid, che al Sommo è
parso un buon esempio di Fumetto Next Level (FuNeLe, che FNL sembra troppo un
partito algerino, cosa che non c’entra nulla con le nostre riunioni).
Lo trovate QUI.
Qui
l’impostazione è di base quella del fumetto, ma si gioca con i click del mouse
per ottenere effetti, come l’apparizione progressiva delle vignette, presenza\assenza
dei dialoghi etc.
Ora si è
stabilito che la più grande differenza tra Luther e il fumetto classico è nel
fatto che il fumetto classico prevede la possibilità di una visione globale
della tavola, cosa che con il comic di Waid non accade sempre: è l’autore a
decidere quali vignette leggere e in quale ordine. Normalmente è ovvio che il
fumetto viene letto nel senso di lettura convenzionalmente accettato (da
sinistra verso destra e dall’alto verso il basso, con inversione nel caso dei
Manga), ma è anche vero che il lettore, fatta una panoramica sull’intera
tavola, se ne può fregare altamente e partire da dove vuole lui. Senza per
questo arrivare ai capolavori sperimentali di un Fred.
Altro elemento
che non rispetta il codice fumetto così come (scusate la figura etimologica)
codificato attualmente è la modifica della vignetta tra pagina 18 e pagina 19:
lo zombi ha prima gli occhi chiusi e poi li ha aperti… in quella che si può
definire come la stessa vignetta. Se ciò fosse avvenuto tra tavole diverse (o
in una situazione configurabile come “cambio pagina”, come tra pagina 3 e pagina
4) ciò non avrebbe significato la violazione del codice. Ma la variazione degli
occhi chiusi\aperti, pur avendo una giustificazione anche compositiva, viola la
“fissità” dell’immagine che è una delle caratteristiche del codice-fumetto.
Altre parole sono
state spese, intelligenze messe alla prova, proposte lanciate sul tavolo e
difese a colpi di ascia bipenne tra gli astanti. Ma la conclusione che qui si
può inserire dice che:
a) Luther è un
buon fumetto digitale, una sperimentazione che apre squarci interessanti a
un’evoluzione (non a una sostituzione) del codice fumetto così come definito
sul cartaceo.
b) La vera
polemica in corso è tra “uso della scrollbar sì\uso della scrollbar no”, intesa
non come soluzione a problemi di dimensione dello schermo (su questo tutti
concordano che il formato del fumetto digitale deve essere adattato allo
schermo in automatico, che i Tecnici provvedano!), ma come scelta estetica e
narrativa. Ovvero: usare vignette “più alte” del formato se nella vignetta si
presentano immagini che hanno come caratteristica proprio quella di dare spazi
molto alti.
La discussione è
seria: una delle caratteristiche di quasi tutti i fumetti è quella di avere
formati di tavole fisse (almeno all’interno dello stesso albo), ma non si può
escludere a priori la possibilità di “doppie pagine” (o similia) apribili solo
in certi punti, così come avveniva per le copertine di alcuni albi USA (che so:
la cover di X-Men 1, che comprendeva una scena in cui le 5 variant cover erano
affiancate in una copertina apribile).
E su questo siamo
andati a meditare.Le immagini sono tratte da Internet e quindi non sono mie. La tavola di Fred è tratta da B.Peeters, Leggere il Fumetto, Vittorio Pavesio Edizioni, qui inserita solo per finalità di esempio e di analisi critica.
Nessun commento:
Posta un commento