Una
volta ho registrato e segnalato tutte le volte in cui nell'Incal di
Jodorowsky\Moebius John DiFool, il protagonista, moriva o rischiava di morire. Mi
sembrava una cosa interessante, anche per la frequenza con la quale
ciò accadeva (circa una volta ogni dieci tavole), tanto da poter far
nascere riflessioni sull'uso filosofico del cliché.
Però
per qualcuno era una stupidaggine.
Lo rivedo ancora mentre con ironia
diceva agli altri compagni di fanzine (alcuni dei quali ridevano
bovinamente perché il tipo “era simpatico”, e quindi qualunque
cosa dicesse doveva essere per forza divertente e simpatica) che forse bisognava
controllare quante volte andava in bagno.
DiFool non ci andava neppure una
volta, né lo fa l'Uomo Ragno, Batman o Superman.
Però Alack Sinner ci va.
Perché
questa rievocazione di momenti di comic-bullismo?
Oltre che per il
rancore infinito che mi pervade (:-D) lo ho citato per dire, ancora
una volta, che state per leggere un post che non dice quanto sia figo
un fumetto. Non dice neppure come fare un fumetto figo. E neanche le
tecniche usate in un fumetto passabile.
E'
una appendice al lavoro fatto negli ultimi post, quelli sulle
didascalie in Watchmen.
E'
semplice statistica: tipo di didascalia e albi in cui compare. Tutto
qui.
Se non volete leggere i numeri, non leggete questo post.
Se
poi i dati oggettivi possano essere la base su cui fondare i giudizi
e le analisi, è una discussione che dovete fare con i tipi
simpatici.
Ecco
la sintesi dei diversi tipi di didascalia usata da Moore, e dove li
ritroviamo:
1)
Il Diario di Rorschach di cui abbiamo parlato QUI, appare negli albi
I, II, V, IX.
2)
Il testo del fumetto dei pirati, di cui abbiamo parlato QUI, appare
negli albi III, V, VIII, IX, XI.
3)
Dialoghi effettivamente pronunciati in un'altra scena che proseguono,
come voci fuori campo, su vignette che riportano flashback o scene
contemporanee che però si svolgono altrove; ne abbiamo parlato QUI,
e appare negli albi I, II, III, VI, VII (una vignetta!), VIII, IX, X
e XI.
4)
Il diario del Dottor Long, di cui abbiamo parlato QUI appare
nell'albo VI.
5)
Pensieri veri e propri del Dr. Manhattan, di cui abbiamo parlato QUI,
appare nell'albo IV.
6)
TV di cui abbiamo parlato QUI, appare nell'albo VII e nella tavola 28
dell'albo XII.
Invertendo
il processo (solo per comodità di uso della tabella) ecco l'analisi
dei tipi di didascalia dal punto di vista degli albi.
Albo
I: tipi 1, 3.
Albo
II: tipi 3, 1.
Albo
III: tipi 2, 3.
Albo
IV: tipo 5.
Albo
V: tipi 1, 2.
Albo
VI: tipi 4, 3.
Albo
VII: tipi 6, 3 (una sola vignetta!); in un certo senso alle tavole 25
e 26 anche la canzone di Billie Holiday ha la stessa funzione di
didascalia.
Albo
VIII: tipi 2, 3.
Albo
IX: tipi 3, 2, 1.
Albo
X: tipo 3.
Albo
XI: tipi 2, 3.
Albo
XII: nessun tipo. Compare la tv, ma come abbiamo detto, funzionalmente
è più una sorta di “voce dialogante” che una didascalia, salvo
forse nella tavola 28 vignette 1-5.
E'
da ribadire, ancora una volta, come qui si intenda la didascalia (o,
nel caso della TV: un uso funzionale simile a quello della
didascalia) quando essa sia una voce parlante nel fumetto, segnalata
da un box rettangolare e non dal balloon; accade a volte che ci sia
una “voce” in balloon su immagini tratte dal fumetto dei pirati,
come in albo X, tavola 13, ma in questo caso si deve intendere la
pagina dei pirati come un dettaglio della scena all'incrocio, da cui
proviene la voce.
Il
diario di Rorschach compare anche nell'ultima vignetta dell'albo XII,
ma come disegno, così come più volte Veidt è davanti a schermi
televisivi di cui non udiamo l'audio: ne consegue che qui questi
strumenti non abbiano la funzione di didascalia che stiamo
analizzando.
Detto
ciò, come visto, i tipi di didascalia hanno una frequenza diversa
nel corso della saga.
Vediamo
il dettaglio del numero degli albi: un'analisi interessante sarebbe
forse anche quella del numero di vignette complessive in cui compare
ciascun tipo, ma potremmo davvero turbare le persone simpatiche.
Con
8 albi (più una vignetta in un nono albo) il tipo più diffuso è
quello del dialogo che prosegue in didascalia in un'altra scena. E'
il metodo che consente, tra l'altro, svariati cambi scena analogici,
e quindi questo “primato” non ci dovrebbe sorprendere.
Con
5 albi in cui compare, al secondo posto si colloca il Fumetto dei
Pirati. E questo è già un po' meno scontato, visto che supera in
frequenza il Diario di Rorschach, con i suoi 4 albi. Meno scontato,
in quanto il diario di Rorschach rappresenta un filo conduttore delle
indagini, quindi è interno alla storia.
Perché,
allora, l'ampio spazio dedicato ai pirati? Intanto, come detto nel
post apposito, la tecnica del “fumetto-nel-fumetto” (poi ripreso
da Moore in Supreme) permette una riflessione sul fumetto stesso. In
secondo luogo è il contrappunto più “oggettivo” che viene dato
alle vicende: la tecnica delle didascalie del Terzo Tipo (honni soit
qui mal y pense!) prevede una sottolineatura che parte da parole di
personaggi ***interni*** alla vicenda, e quindi coinvolti. Il fumetto
di pirati è qualcosa che apparentemente non riguarda la storia che
viene raccontata (escludiamo il fatto che l'autore sia coinvolto
inconsapevolmente nel piano di Veidt), e quindi dà un punto di vista
“esterno”, un commento tanto più vero in quanto determinato
dalla sincronicità e quindi dalla coincidenza (cosmica?).
Infine
è rilevante come i tipi 4, 5 e 6 siano esclusivi di un singolo albo,
e che la loro presenza in quell'albo sostanzialmente escluda gli
altri tipi (con i dovuti, piccoli dubbi ed eccezioni segnalati).
La
scelta del tipo di didascalia, anche da questi freddi numeri, appare
sempre di più assolutamente non casuale.
Infine:
sarebbero da analizzare anche le citazioni al termine di ogni albo.
Tecnicamente si tratta di paratesto, ma visto che danno la
possibilità di vedere sotto un'altra luce l'intero albo, assumono
una funzione che è simile a quella delle didascalie analizzate. Ma
la assumono anche i titoli dei giornali nelle vignette. E le
appendici agli albi. E così via.
L'analisi
di Watchmen non sarà probabilmente mai completamente esaustiva,
perché la serendipità potrebbe far emergere cose che neppure il duo
creatore aveva previsto.
Un'analisi
infinita, perché “niente ha mai fine”.
PS: come sempre, immagini, Tavole e traduzione sono copyright degli
aventi diritto. Per il fumetto sono tratte da Watchmen – Sotto la
Maschera, I classici del fumetto di Repubblica Serie Oro 26, 2005 (DC
Comics e Panini S.p.A.); l'immagine di testa è tratta da Internet...
e tutto ciò non è qui posto per fini di lucro, ma solo per esigenze
di critica.
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