domenica 17 giugno 2012

FIDA DIDA 9 – INUTILI STATISTICHE (meno 8.5 al BigT)



Una volta ho registrato e segnalato tutte le volte in cui nell'Incal di Jodorowsky\Moebius John DiFool, il protagonista, moriva o rischiava di morire. Mi sembrava una cosa interessante, anche per la frequenza con la quale ciò accadeva (circa una volta ogni dieci tavole), tanto da poter far nascere riflessioni sull'uso filosofico del cliché.

Però per qualcuno era una stupidaggine. 

Lo rivedo ancora mentre con ironia diceva agli altri compagni di fanzine (alcuni dei quali ridevano bovinamente perché il tipo “era simpatico”, e quindi qualunque cosa dicesse doveva essere per forza divertente e simpatica) che forse bisognava controllare quante volte andava in bagno. 
DiFool non ci andava neppure una volta, né lo fa l'Uomo Ragno, Batman o Superman. 
Però Alack Sinner ci va.

Perché questa rievocazione di momenti di comic-bullismo? 
Oltre che per il rancore infinito che mi pervade (:-D) lo ho citato per dire, ancora una volta, che state per leggere un post che non dice quanto sia figo un fumetto. Non dice neppure come fare un fumetto figo. E neanche le tecniche usate in un fumetto passabile.
E' una appendice al lavoro fatto negli ultimi post, quelli sulle didascalie in Watchmen.

E' semplice statistica: tipo di didascalia e albi in cui compare. Tutto qui. 
Se non volete leggere i numeri, non leggete questo post.

Se poi i dati oggettivi possano essere la base su cui fondare i giudizi e le analisi, è una discussione che dovete fare con i tipi simpatici.

Ecco la sintesi dei diversi tipi di didascalia usata da Moore, e dove li ritroviamo:
1) Il Diario di Rorschach di cui abbiamo parlato QUI, appare negli albi I, II, V, IX.
2) Il testo del fumetto dei pirati, di cui abbiamo parlato QUI, appare negli albi III, V, VIII, IX, XI.
3) Dialoghi effettivamente pronunciati in un'altra scena che proseguono, come voci fuori campo, su vignette che riportano flashback o scene contemporanee che però si svolgono altrove; ne abbiamo parlato QUI, e appare negli albi I, II, III, VI, VII (una vignetta!), VIII, IX, X e XI.
4) Il diario del Dottor Long, di cui abbiamo parlato QUI appare nell'albo VI.
5) Pensieri veri e propri del Dr. Manhattan, di cui abbiamo parlato QUI, appare nell'albo IV.
6) TV di cui abbiamo parlato QUI, appare nell'albo VII e nella tavola 28 dell'albo XII.

Invertendo il processo (solo per comodità di uso della tabella) ecco l'analisi dei tipi di didascalia dal punto di vista degli albi.
Albo I: tipi 1, 3.
Albo II: tipi 3, 1.
Albo III: tipi 2, 3.
Albo IV: tipo 5.
Albo V: tipi 1, 2.
Albo VI: tipi 4, 3.
Albo VII: tipi 6, 3 (una sola vignetta!); in un certo senso alle tavole 25 e 26 anche la canzone di Billie Holiday ha la stessa funzione di didascalia.
Albo VIII: tipi 2, 3.
Albo IX: tipi 3, 2, 1.
Albo X: tipo 3.
Albo XI: tipi 2, 3.
Albo XII: nessun tipo. Compare la tv, ma come abbiamo detto, funzionalmente è più una sorta di “voce dialogante” che una didascalia, salvo forse nella tavola 28 vignette 1-5.



E' da ribadire, ancora una volta, come qui si intenda la didascalia (o, nel caso della TV: un uso funzionale simile a quello della didascalia) quando essa sia una voce parlante nel fumetto, segnalata da un box rettangolare e non dal balloon; accade a volte che ci sia una “voce” in balloon su immagini tratte dal fumetto dei pirati, come in albo X, tavola 13, ma in questo caso si deve intendere la pagina dei pirati come un dettaglio della scena all'incrocio, da cui proviene la voce.
Il diario di Rorschach compare anche nell'ultima vignetta dell'albo XII, ma come disegno, così come più volte Veidt è davanti a schermi televisivi di cui non udiamo l'audio: ne consegue che qui questi strumenti non abbiano la funzione di didascalia che stiamo analizzando.

Detto ciò, come visto, i tipi di didascalia hanno una frequenza diversa nel corso della saga.
Vediamo il dettaglio del numero degli albi: un'analisi interessante sarebbe forse anche quella del numero di vignette complessive in cui compare ciascun tipo, ma potremmo davvero turbare le persone simpatiche.

Con 8 albi (più una vignetta in un nono albo) il tipo più diffuso è quello del dialogo che prosegue in didascalia in un'altra scena. E' il metodo che consente, tra l'altro, svariati cambi scena analogici, e quindi questo “primato” non ci dovrebbe sorprendere.

Con 5 albi in cui compare, al secondo posto si colloca il Fumetto dei Pirati. E questo è già un po' meno scontato, visto che supera in frequenza il Diario di Rorschach, con i suoi 4 albi. Meno scontato, in quanto il diario di Rorschach rappresenta un filo conduttore delle indagini, quindi è interno alla storia.
Perché, allora, l'ampio spazio dedicato ai pirati? Intanto, come detto nel post apposito, la tecnica del “fumetto-nel-fumetto” (poi ripreso da Moore in Supreme) permette una riflessione sul fumetto stesso. In secondo luogo è il contrappunto più “oggettivo” che viene dato alle vicende: la tecnica delle didascalie del Terzo Tipo (honni soit qui mal y pense!) prevede una sottolineatura che parte da parole di personaggi ***interni*** alla vicenda, e quindi coinvolti. Il fumetto di pirati è qualcosa che apparentemente non riguarda la storia che viene raccontata (escludiamo il fatto che l'autore sia coinvolto inconsapevolmente nel piano di Veidt), e quindi dà un punto di vista “esterno”, un commento tanto più vero in quanto determinato dalla sincronicità e quindi dalla coincidenza (cosmica?).

Infine è rilevante come i tipi 4, 5 e 6 siano esclusivi di un singolo albo, e che la loro presenza in quell'albo sostanzialmente escluda gli altri tipi (con i dovuti, piccoli dubbi ed eccezioni segnalati).

La scelta del tipo di didascalia, anche da questi freddi numeri, appare sempre di più assolutamente non casuale.

Infine: sarebbero da analizzare anche le citazioni al termine di ogni albo. Tecnicamente si tratta di paratesto, ma visto che danno la possibilità di vedere sotto un'altra luce l'intero albo, assumono una funzione che è simile a quella delle didascalie analizzate. Ma la assumono anche i titoli dei giornali nelle vignette. E le appendici agli albi. E così via.
L'analisi di Watchmen non sarà probabilmente mai completamente esaustiva, perché la serendipità potrebbe far emergere cose che neppure il duo creatore aveva previsto.
Un'analisi infinita, perché “niente ha mai fine”.



PS: come sempre, immagini, Tavole e traduzione sono copyright degli aventi diritto. Per il fumetto sono tratte da Watchmen – Sotto la Maschera, I classici del fumetto di Repubblica Serie Oro 26, 2005 (DC Comics e Panini S.p.A.); l'immagine di testa è tratta da Internet... e tutto ciò non è qui posto per fini di lucro, ma solo per esigenze di critica.

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