Per gli amici che si
fossero persi le ultime puntate...
QUI
abbiamo iniziato a inquadrare il tema delle didascalie in Watchmen.
Abbiamo identificato questi tipi di uso della didascalia:
1)
Il Diario di Rorschach di cui abbiamo parlato QUI;
2)
Il testo del fumetto dei pirati, di cui abbiamo parlato QUI;
3)
Dialoghi effettivamente pronunciati in un'altra scena che proseguono,
come voci fuori campo, su vignette che riportano flashback o scene
contemporanee che però si svolgono altrove, di cui abbiamo parlato QUI;
4)
Il diario del Dottor Long, di cui abbiamo parlato QUI;
5)
Pensieri veri e propri del Dr. Manhattan, di cui abbiamo parlato QUI.
E finalmente eccoci
giunti all'ultima stazione di questo viaggio nelle didascalie di
Watchmen.
Ohibò, ciò di cui
parleremo oggi, in realtà, non è che si possa definire veramente
una didascalia...
Siamo nel capitolo VII,
in cui non compare alcun tipo di didascalia. O meglio, ne compare
una, brevissima, alla tavola 23, Vignetta 3 (frase pronunciata da
Nite Owl che prosegue dalla vignetta precedente).
Per il resto silenzio.
Ma ne siamo sicuri?
A
leggere bene, nelle tavole dalla 11 alla 15 siamo a casa di Dan. Qui
Laurie e Dan, tra riflessioni su ciò che sta accadendo ai Vigilantes
e sulla guerra, iniziano la loro “patologica” seduzione (nel suo sogno da adolescente, Dan visualizza prima Twilight Lady, una
supervillain sadomaso; Laurie nel dormiveglia chiama Manhattan).
In
queste tavole la televisione fa da voce in sottofondo: la vera scena
inizia con la tv che viene accesa, e finisce con la tv che viene
termina i programmi, benché non venga spenta.
La
tv compare spesso, come strumento di informazione (specie per Veidt)
o disinformazione (l'episodio dell'intervista a Manhattan). Certo,
non siamo ai livelli anni '80 di presenza nella storia che troviamo
nel Dark Knight di Frank Miller o nei film di Verhoeven (specie il primo Robocop o Starship Troopers... senza dimenticare che il secondo e il terzo Robocop furono sceneggiati proprio da Miller), ma la tv compare.
E
qui compare a contrappuntare ciò che avviene "in primo piano",
funzione svolta altrove, appunto (e scusate il bisticcio) dalle
didascalie.
Benché
tecnicamente l'audio della televisione non sia un fuori campo come
accade alle didascalie, la sua funzione narrativa e linguistica è la
stessa.
In
realtà abbiamo diversi livelli e diverse fasi della tv in questo
episodio, come se Moore avesse voluto nasconderci i diversi usi
proponendoci una varietà che potrebbe suggerire al lettore
disattento la casualità.
Vediamole
tavola per tavola.
ATTENZIONE!
CONTIENE SPOILER!
Nella
tavola 11 la tv viene accesa da Laurie, apparentemente come
sottofondo. E' l'ora del notiziario, ma Laurie e Dan parlano di
altro.
Prima
notizia: aumento degli incendi. Alla fine dell'albo i due Vigilantes
tornati in azione interverranno proprio su quelli. La tv è una
profezia.
Poi
si passa (tra tavola 11 e la 12) alle indagini su Rorschach. Altre
profezie (la padrona di casa che tornerà in seguito, Godfrey) e una
triste illusione: l'intervista al Dottor Long, lo psichiatra che in
video si dichiara “fiducioso e ottimista”, mentre noi sappiamo
dall'albo VI che Long saraà annichilito dall'incontro con Rorschach.
Poi
si passa alla politica estera, l'invasione russa dell'Afghanistan,
proprio mentre Laurie, parlando di Rorschach, dice che “abbiamo
tutti i nostri problemi”. E il finale di tavola è dedicato alla
Madre Inghilterra, con le sommosse di Greenham Common riviste in
salsa Watchmen.
(Se volete sapere quale sia il riferimento nella nostra realtà, leggete qui)
Con
tavola 13 i contrappunti aumentano, mentre Dan e Laurie diventano
indifferenti alla tv. Finisce l'interazione, la tv assume quel ruolo
di “didascalia” che abbiamo visto specie per il fumetto dei
pirati.
E a
proposito dei fumetti dei pirati, a Tavola 13 vignette 2-3: si parla
della scomparsa di Max Shea. Dan e Laurie parlano del teletrasporto,
e più avanti scopriremo che Shea è stato assoldato per il folle
progetto di Ozymandias che implica un teletrasporto.
Vignetta
4: si parla dell'Istituto per gli Studi Extraspaziali, di nuove
dimensioni, di prospettive “eccitanti ma anche allarmanti”. Dan
commenta che il vapore gli ha appannato le lenti. Simbolismo
semplice: non vede nemmeno cosa ha davanti agli occhi. Non
dimentichiamo che il mostro di Veidt si materializzerà a New York
proprio in quell'edificio.
Vignette
da 5 a 7: intervista al Dottor Corey, un fisico che esalta i successi
nella ricerca di nuove fonti di energia. Laurie passa a un approccio
fisico (il gioco di parole ci sia permesso) con Dan, e la chiusa in
Vignetta 7 è indicativa: Laurie dice a Dan che è inibito, mentre
alla tv Corey dice che “le nostre attività esplorano spazi che
ieri credevamo irraggiungibili”. Attenzione: stiamo parlando di
Dan, di una personalità infantile che sogna i supereroi e in loro si
identifica tanto da volerli imitare; che scrive articoli
ornitologici che la gente trova noiosi (e perfino Laurie che gli ha
appena chiesto degli articoli non ascolta nemmeno la risposta...); che a tavola 16 sogna di avere un rapporto con Twilight Lady, una "reginetta del vizio" dominatrix di cui conserva una foto, come conserverà il Tijuana Bible dedicato alla prima Silk Spectre; l'uomo che Veidt invita a
crescere e che finirà la storia cercando di ricreare un duo di
vigilantes con Laurie; il cui unico vero amico è il suo modello da
supereroe, il Nite Owl I.
Il
sogno sta per diventare realtà, ma Dan ancora non ci crede.
Dalla
penultima vignetta di tavola 13 alla tavola 15 c'è la sezione
televisiva dedicata a Veidt. Prima abbiamo la pubblicità di
Nostalgia (lo spot alla tv dice che è incredibile come “uno così
indimenticabile... trovi indimenticabile anche me”) mentre Laurie
bacia Dan. Da notare: è Laurie a baciare Dan, non il contrario.
Ripetiamo: anche nel sogno di Dan, Twilight Lady appare come
una dominatrice con tanto di frustino! Ed è stata lei a mandare la foto a Dan (si suppone con allegate proposte), foto di cui Dan non riesce a "disfarsi".
Le
vignette 2-4 della tavola 14 presentano Ozymandias a uno spettacolo
di beneficenza. La prima fase è il riscaldamento per Veidt... ma
anche per i due amanti.
Poi
Moore inizia a scatenarsi con i doppi sensi e il contrappunto: ciò
che dice la tv contraddice ciò che accade a Dan e Laurie. Nella
vignetta 5 Veidt con “sicurezza... afferra la sbarra, iniziando il
numero”, mentre tra i due c'è il dubbio di non essere nella
“posizione giusta”. Nella 6 i movimenti di Ozymandias vengono
descritti come “fluidi e spontanei, senza esitazioni o tremori”,
mentre il dialogo tra gli amanti mostra la difficoltà a svolgere una
operazione “complessa” come sbottonare la camicetta di Laurie.
Nella
7 apparentemente si cambia registro: il pubblico di Veidt si
elettrizza ai suoi volteggi, e Laurie geme di piacere. Ma è un gioco
tra Moore e il suo lettore: alterna momenti in cui tutto sembra
“andare bene” tra gli amanti (e la voce della tv rafforza ciò
che accade con un contrappunto positivo) a momenti in cui le cose
“non procedono” (e allora la voce della tv da' un commento
involontariamente ironico). Infatti già nella 8 Dan è imbarazzato
su come posizionarsi, mentre la tv esalta “la grazia dei suoi [di
Veidt, ndr] movimenti... straordinaria per un uomo di oltre
quarant'anni”.
La
9 sembra riportarci sulla via del successo. Mentre Veidt ruota
elegante, passando “da un'asta all'altra” (e qui i doppi sensi si
possono sprecare), i due amanti gemono di piacere.
A
tavola 15 la vignetta 1 riprende invece la differenza tra tv e
“realtà”: mentre Veidt è “perfetto”, Dan inizia la sua
defaillance. Nella vignetta 2 Ozymandias conclude perfettamente il
suo numero, Dan ormai dichiara il suo fallimento, mentre Laurie lo
consola. Nella 3 l'applauso della folla e i ringraziamenti
contrappuntano la frase di Laurie: “abbiamo un sacco di tempo”.
Sono le 8 meno 20 p.m.
E
poi l'escalation. La vignetta 4 è spietatamente sarcastica. Sono le
11 di notte, la tv saluta, dopo tre ore Dan è ancora impotente.
La 5 parla di una
pausa pubblicitaria durante il film della notte, che esalta
“meltdowns... con la loro esplosione di frutta e il delizioso
nucleo fondente...” (ancora una volta il doppio senso è
garantito), ma Dan è ormai crollato addormentato. E la 6 è la
conclusione: sono le due del mattino, la tv saluta e invita a
riposarsi facendosi un “sonnellino”, mentre anche Laurie rinuncia
e, poche vignette dopo, nel bianco della tv lasciata accesa ma senza
programmi, si addormenta.
Non
stiamo qui a parlare del sesso tra Dan e Laurie, che più avanti avrà
come sottolineatura di un risultato ben più positivo le immagini di
volo e di lanciafiamme (ma lì le maschere aiuteranno). Qui quello
che ci interessa è il rapporto tra le diverse voci (e immagini) che
confluiscono nelle vignette, il “sottolinguaggio” valutato da
Moore, per cui la combinazione di testo e immagine dà più
informazioni della semplice somma delle informazioni date dalle due
componenti singolarmente.
Come
detto e visto, la tv che parla, tra i protagonisti indifferenti, ha
la stessa funzione che avevamo visto per le didascalie di dialogo o
per i diari: vale per sé stessa (sono date numerose informazioni
sulla vicenda, anche se non coglibili immediatamente\non colte dai
protagonisti), ma vale anche quale elemento della miscela alchemica
che è la vignetta in Watchmen.
Per concludere questo
nostro discorso: la vera sfida di Watchmen non è stata quella di
raccontare le vicende di un gruppo di personaggi dalla psiche
complessa che giocano a fare i supereroi.
La vera sfida è stata
quella di trovare nuove vie di espressione per il fumetto, testuali,
grafiche, e soprattutto nascenti dalla combinazione dei due elementi
che fanno il medium fumetto. Questo breve studio sull'uso delle
didascalie (ohibò! Breve?) vuole essere un esempio di cosa si
nasconde “sotto la maschera” di un indagine poliziesca su un
delitto che porta a cercare di salvare il mondo.
Chi volesse fare un
Watchmen II o un Pre-Watchmen deve entrare in competizione su questo
piano, non su un piano puramente narrativo.
Perché sulle “cose
da dire sulla vita dei personaggi”, ben poco di interessante si
potrà aggiungere.
Una
piccola nota finale (se qualcosa ha mai fine, in Watchmen).
Come
detto, il capitolo VII (con l'eccezione detta) e il Capitolo XII sono
gli unici privi di didascalie. Anche nel XII “compare” la voce
della televisione, ma lì questo suono non è un rumore di fondo: è
una delle voci che “dialogano”.
Spiego
meglio: ciò che dice la televisione viene ascoltato, ripreso e
commentato dai personaggi in scena, la televisione qui è un
“personaggio presente”, che interagisce con i personaggi della
scena, a differenza di ciò che accade con tutte le didascalie
eccetto quelle del pensiero del Dottor Manhattan. Ma nel capitolo
XII, come detto, tutto ormai è spiegato: non servono contrappunti,
interpretazioni. Tutto va vissuto nell'istante, per i protagonisti e
per il lettore, e le didascalie scompaiono.
PS: come sempre, immagini, Tavole e traduzione sono copyright degli
aventi diritto. Per il fumetto sono tratte da Watchmen – Sotto la
Maschera, I classici del fumetto di Repubblica Serie Oro 26, 2005 (DC
Comics e Panini S.p.A.); l'immagine di testa è tratta da Internet...
e tutto ciò non è qui posto per fini di lucro, ma solo per esigenze
di critica.
qualche giorno fa mi è venuto in mente che anche al Don Quixote di Cervantes fu accompagnato da un "sequel" anonimo... :)
RispondiEliminagiusto! Tra la prima e la seconda parte... anzi: la seconda parte fu scritta da Cervantes proprio perché era uscita la "continuazione non autorizzata". ma non credo che zio Alan, per quanto indignato, farà Watchmen II!
RispondiEliminaLui ha detto che Watchmen II era Twilight, il crossover "definitivo" della DC. Ma non c'erano i Watchmen: la sua idea è sempre stata che W è una storia "chiusa" (in senso narrativo). Watchmen II può essere solo una continuità nel senso della scrittura con tecniche simili ma evolute. Forse Promethea, con le opportune differenze, è il vero Watchmen II.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminahehe dici che il viaggio del Dott. Manhattan finirà prima o poi all'Immateria?
RispondiEliminaComunque: da un lato trovo difficile che un editore di fumetti seriali non sia tentato di proseguire anche le strade più "chiuse" (altrimenti andrebbe un pò conto la sua natura), d'altra parte è impossibile che un capolavoro venga sommerso dalla muffa epigonica. A meno di non chiamarsi Stanley kubrick, o insomma di non produrre un nuovo capolavoro che fagociti l'originale... ma quello non è lo stesso campo da gioco e non è nemmeno lo stesso sport.
Ma il Dottore E' nell'Immateria! Basta leggere Promethea per capire che tutte le storie stanno lì...
RispondiEliminaLa DC può fare quello che vuole. Io non sono a priori contro Before Watch nel senso del "diritto morale a farlo" (come sostiene qualcuno - sul diritto legale dubbi ce ne sono ben pochi). Il concetto è che io posso prendere Achille e fare Mytico!, ciò non significa che faccio l'Iliade II. Diversi i presupposti e le modalità espressive (soprattutto queste). Quando dico che Watchmen II era Twilight of Super Heroes come concepito da Moore, dico che era una continuazione sulla via del codice fumetto, non della storia con i personaggi. Quelli sono abbastanza "completi" in Watchmen I (e ben poco archetipici, in realtà) per farne infiniti seguiti, prequel o quant'altro