2. Onesti ritiri
Morte del (super)eroe e morte fisica
Di Vampyrus Cynicus
Un albero si misura meglio quando è caduto
Abraham Lincoln citato da Carl Sandburg
Il buon O’Dowe ci ha
detto che la morte dell’eroe non può essere una morte naturale di
vecchiaia. Quale può essere, allora, la morte di un eroe?
Tralasciamo gli incidenti stradali o le “normali malattie”, che
riporterebbero troppo il super alla normalità… e soprattutto
toglierebbero il sogno ai lettori [1].
Un eroe può morire di
super-cancro da nega-bande [2] ma non di “normale” cancro come i
comuni mortali. Di virus “Legacy” [3], non di “normale” AIDS.
Ma perché?
Immaginiamo le menti più
potenti dell'universo immaginario. Scienziati, mutanti, mistici,
maghi. Chi li può fermare quando sono uniti? Quando elaborano
insieme la controffensiva contro qualunque cosa minacci la Terra e,
soprattutto, in primo luogo loro? Una malattia che uccide un essere
umano “normale” può davvero uccidere un “super”?
Non sarebbe tollerabile.
Per il lettore. Perché viola la sospensione dell'incredulità che
sta alla base delle vicende dei supereroi. Per cui ogni aspetto della
loro vita è profondamente diversa da ogni aspetto della nostra.
Se una malattia “da
umani” colpisse davvero uno dei super, le succitate menti si
metterebbero al lavoro, e una soluzione la troverebbero. Ci sarebbero
le solite percentuali di fallimento dovute a super-impedimenti, ma
alla fine ogni male sarebbe sconfitto. Se batti l'Anti-Vita, come
potresti non battere una “banale” degenerazione cellulare?
E, dopo, rimarrebbe solo
la domanda che si erano posti gli eroi che cercavano di salvare
Capitan Marvel dal “super-cancro” «Perché non abbiamo usato le
nostre capacità per sconfiggere questo terribile male, PRIMA?»…
No, anche la “normale”
malattia è da escludere.
Per i supereroi stanchi
della loro vita editoriale resta solo la via dell’onesto ritiro,
dell’andare magari “là dove nessun uomo è mai giunto prima” o
dove “il suo nome divenne leggenda”. O più semplicemente
vincendo la battaglia decisiva contro il nemico di sempre e quindi
esaurendo la propria ragione di essere super, o lasciando il proprio
potere o rimanendo di riserva… magari senza finire in qualche
supergruppo il cui unico scopo sembra quello di far vivacchiare
personaggi che non reggerebbero da soli una serie.
Già, il mercato è
l’unico, vero, assassino dei supereroi. È la spietata legge
del gradimento a decidere se un eroe debba vivere o morire. O morire
per vivere, visto che la morte tira, come dicevamo, e una bella morte
può essere l’unico modo per far vivere un personaggio!
La morte editoriale
dell’eroe raramente è una morte fisica. Bisogna tenere la
porta aperta al revival, al ripescaggio. Perfino le morti più
estreme e “umane” (che so: un suicidio del Punitore) trovano poi
un trucco o due che permettano la rinascita. E al lettore questo non
importa: scatta la stessa sospensione dell’incredulità che
permette di non ridere se Falcon vola, e la giovane mente dice: “Ceh!
Togo! Visto che è resuscitato/non era morto? Io lo sapevo!”
Ma non sarebbe più
semplice dichiarare questa sospensione dell’incredulità?
Proclamare il fatto che i super SONO SOLO EROI DEL FUMETTO e quindi
hanno una logica diversa dalla nostra? Che possono morire e tornare
senza che si spieghi il perché, ma con un semplice e lapidario
“visto che si attacca al muro può anche fregarsene della morte”?
Non si può.
Non si può dire che
l’imperatore è nudo. Non si può e basta.
Quindi bisogna tirare
fuori idee sballate ma VEROSIMILI SECONDO LA LOGICA DEI FUMETTI e
apparentemente non irreali in quella logica (diversa) che regola il
nostro mondo… e via di nuovo per un altro giro della giostra!
Ma visto che
l’intelligenza e l’idea geniale diventano merce rara… non
stressiamoci, e non uccidiamo i nostri eroi. Mandiamoli in temporanea
pensione [4], mandiamoli in onorato ritiro con qualche revival
segretuccio ogni tanto [5], mandiamoli qualche Galassia (lontana
lontana?) da cui, come Re Artù in caso di invasione della Britannia,
torneranno, torneranno, torneranno prima o poi…
O facciamo come con il
povero Bruce Wayne, quando si volle dare un’altra impennata alle
vendite, mostrando la caduta del Cavaliere Oscuro. Ecco che nacque la
saga Knightfall, in cui il nostro miliardario veniva privato
dell’uso delle gambe e costretto, sulla sedia a rotelle, a istruire
il suo successore, l’ex Azrael!
Poi, tanto, l'universo DC
fu riazzerato, e con il suddetto nuovo giro, ecco una nuova corsa:
fuori Azrael, ritorna Wayne, e chi s’è visto s’è visto…
1.
E
non avvengono mai… A che pro battere Galactus se ti fa fuori un
autista ubriaco?
2.
Vedi La
morte di Capitan Marvel,
la prima Graphic Novel by Jim Starlin (no, non scriverò “IL”
graphic novel neanche sotto tortura!)
3.
I mutanti della Marvel dopo la saga The
Executioner Song
(ma stranamente sono morti quasi tutti mutanti di serie B, se
escludiamo
Colosso...
che poi alla fine mica era morto davvero!).
4.
Questo è il presupposto di The
Watchmen.
Pensione con scivolo per decreto!
5.
(Ri)guardatevi il film The
Incredibles,
per un esempio, o ciò che fa supporre il finale dello stesso
Watchmen
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