Ove Tenebrae! |
4. L’accettazione della morte
Una delle strutture di base dell’Incal[1] risiede nel gioco di specchi e di duali corrispondenze.
In questa prospettiva sia l’accettazione della morte che la sua negazione possono essere interpretati in senso positivo o negativo.
Come abbiamo detto i Tecnos sono i rappresentanti e creatori del potere tecnologico. Essi sono devoti della tenebra e agiscono per il suo ritorno; sono organizzati in una vera e propria setta, una religione in un universo che non conosce Dio, con una struttura gerarchica al cui vertice planetario si trova un Tecno-papa: un riflesso rovesciato delle religioni "positive".
Ed è simbolico il fatto che la maggior parte dei loro prodotti robotici derivi dal riutilizzo di parti di cadaveri.
Jodorowsky racconta un universo che, lo ricordiamo, ha dimenticato del tutto l’esistenza di un Dio[2]: quasi ci vuole indicare che in esso il punto di partenza e di arrivo di questa tecnica futuribile non è solo la morte, ma una morte inutile e non creatrice.
Non un passaggio ad un nuovo stato ma il ritorno alla stasi.
Che significa pregare? |
Un affidarsi ai macchinari, alla loro precisione e alla loro capacità di compiere azioni per noi, rappresenta un freno alla nostra capacità di trasformare la realtà in maniera autonoma.
In contrapposizione all’accettazione di una morte negativa degli adoratori della Tenebra, troviamo un sacrificio volontario rivolto alla salvezza: quello dei sei amici di John nel capitolo finale dell’Incal.
Tutti scelgono di dare la propria vita perché l’Incal possa respingere l’attacco della Tenebra, e la Galassia Che Sogna possa sconfiggere il proprio nemico. Questo Sogno nasce dal Sonno Teta... ma il sonno non è il fratello della morte?
Gli altri scelgono di superare sé stessi, donandosi per gli altri [4], ma Difool che non sa accettare questo sacrificio, non è pronto, non è consapevole.
John rifiuta la morte, ma lui non è più parte della realtà che sta mutando nel sogno: ne è il Testimone.
Ma sul rifiuto della morte parleremo più estesamente nel prossimo post.
[1] I Misteri, cit., pag. 53
[2] Lo si intuisce in Incal V, 41.
[3] Si veda tutto il capitolo III di Jodorowsky, Psicomagia. Una terapia panica, 1995, in Italia edito da Feltrinelli; si leggano in particolare le pagg. 54-55
“Il sogno lucido mi ha insegnato a muovermi all’interno di una realtà duttile in seno alla quale si può produrre qualsiasi mutamento, qualsiasi trasformazione. Dipende soltanto dalla mia intenzione… La ‘realtà’ non esiste di per sé; istante dopo istante sono io che creo la mia realtà, allegra o sinistra, monotona o appassionante”.[4] Vangelo secondo Giovanni, XV, 13. “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”.
Le immagini non mi appartengono e sono tratte da Jodorowsky\Moebius, L'Incal, Edizioni Di; queste, insieme alle citazioni elencate, sono qui riportate a corredo dell'analisi. Questo blog non ha fini di lucro.
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