6. Dormono, / dormono / sulla collina
(Requiem aeterna dona eis Domine)
Di E.
Marica
E tu onore di
pianti, Ettore, avrai,
ove fia santo e
lacrimato il sangue
per la patria
versato, e finché il Sole
risplenderà su le
sciagure umane.
Ugo Foscolo, Carme dei Sepolcri
Non è morto ciò
che in eterno può attendere,
e con il passare
di strani eoni anche la morte può morire
Abdul Alhazred
Nel corso di questo
dossier alcuni amici hanno parlato di morti false, di colpi di striscio, di
resurrezioni, di danni collaterali… di tutto ciò che manda avanti l’illusione
dell’uso della morte nei comics SuperH senza fermare la macchina che fa soldi.
Ma insomma: chi non
ce l’ha fatta a tornare? Chi era improbabile che fosse ripescato?
Perfino l’inutile
Doug Ramsey e il suo simbiota Warlock (***).
Da quando poi i
fumetti hanno scoperto la clonazione…
L’unica morte davvero accettabile per la serializzazione
dei fumetti è quella della realtà
alternativa.
Muore davvero
Supergirl (assieme a tonnellate di altri super ormai obsoleti) nel corso di Crisis
On Infinte Earths (beh, il mega-cross-over era nato proprio per eliminare i
doppioni!), muoiono davvero gli X-Men
dell’Era di Apocalisse, muore davvero il Joker in Dark Knight Returns o Capitan
Marvel-Shazam (e altre decine di inutili) al termine di Kingdom Come… ma
sono versioni alternative. Finalmente gli
autori si possono permettere di far fuori qualcuno (magari i più antipatici), ma non possono uccidere l’icona. E soprattutto
possono sempre dire: “OK, abbiamo scherzato! Era una realtà alternativa, in
fondo…”.
Business is
business, people.
L’epica antica
prevedeva la morte dell’eroe, la morte DEFINITIVA (§) come completamento e
suggello della vita, non un ritorno in qualche altro modo (§§).
L’epica moderna dei
supereroi calzamagliati, che di quella antica vorrebbe dare la versione contemporanea,
è schiava del denaro: la sua funzione non è dare esempi, proporre modelli, fare
letteratura, ma solo quella di guadagnare.
Si possono scrivere bene o male gli episodi, raggiungere
anche livelli notevoli e artistici, ma lo scopo non è cambiare e plasmare a
valori alti il lettore individuale (non più
l’ascoltatore collettivo dell’epica ciclica) e svelargli l’interpretazione del
mondo del poeta. L’unico vero scopo (salvo eccezioni) è solo quello di vendere.
E se l’idea era
buona dieci anni fa e dieci anni fa fece vendere, perché precludersi la
possibilità che tra altri dieci o vent’anni, nel corso dell’ennesimo revival,
la stessa idea possa essere nuovamente redditizia?
L’unico che ha
buone possibilità di restare morto, al momento attuale, è solo Morpheus, il Plasmatore dei Sogni (§§§):
arrivati alla numero 75 la serie ha chiuso, con la morte del personaggio, nel momento
in cui la testata era la più venduta della linea Vertigo e aveva
raccolto messi di premi e riconoscimenti, stimata una tra le opere a fumetti
seriali più “letterarie” mai apparse.
Ma lì ci trovavamo
di fronte a una serie atipica, in cui il
titolare della serie talvolta appariva solo di sfuggita, ed era quasi solo un altro
meccanismo narrativo per raccontare le storie che al suo creatore,
l’inglese Neil Gaiman (il Plasmatore del Plasmatore), interessava narrare.
The Sandman era troppo legato a Gaiman (#) perché quando lui, ormai deciso a passare
ai romanzi o comunque ad altro, potesse sopravvivere editorialmente.
Caso più unico che
raro, una testata che vendeva, che aveva dalla sua critica e pubblico, che NON
APPARTENEVA ESCLUSIVAMENTE A GAIMAN (la
DC/Vertigo, pagando i diritti avrebbe potuto sfruttarla), non
proseguì: Morpheus muore e la serie, dopo l’elegia funebre e la chiusura di
alcuni rami lasciati aperti, chiude.
L’autore aveva
deciso di dire “basta”, e aveva già previsto una fine quando elaborò i primi
numeri; magari non in quel numero preciso, magari non con tutte le modalità poi
apparse, ma nella “vita” di Morpheus,
esattamente come nella vita di ciascuno di noi, era implicita la morte.
Ma neppure lo
scrittore inglese ha potuto fermare completamente la “diabolica macchina”: è
morto il vecchio Re del Sogno? Viva il nuovo Re del Sogno!
Ecco Daniel, l’erede, ecco The Dreamer, ecco la miriade di progetti, di miniserie, di serie ispirate
all’opera di Gaiman. Il filone prosegue. Business is business!
Ed ecco Gaiman che,
periodicamente, racconta le Untold
Stories del Senza Fine passato di Sogno.
In
fondo, a voler essere cattivi, che differenza c’è tra la morte di Morpheus e
l’ascesa di Daniel e le mille incarnazioni di una Lanterna Verde?
Quel che conta,
ce lo suggerisce Gaiman stesso, è la funzione: chi la ricopre
è sostituibile e mortale, la funzione stessa è immortale… o almeno più longeva.
E
la funzione è vendere, vendere, vendere!
Morto un papa,
insomma, se ne fa un altro.
E questo
l’industria del fumetto supereroistico, lo ha capito (e sfruttato) fin troppo
bene.
*
Sono morti i Morlocks (inutili abitatori del sottosuolo di NY), ma non Angelo; il
virus Legacy creato dal mutante Stryfe (proiezione supereroistica dell’AIDS) ha
fatto fuori solo mutanti assolutamente minori quali Mastermind o l’ormai
divenuta inutile (e senza poteri mutanti) Illyana Rasputin (che poi è tornata
in altra salsa). Colosso si era sacrificato per estirpare il morbo, quindi
tecnicamente era morto… ma era un “colpo di striscio”.
E
quanto a Illyana, vogliamo dimenticare la sua permanenza nel non-tempo del
Limbo? Un suo “doppio” (o per meglio dire: un’altra sua linea temporale) è rispuntato
se qualcuno ne sentisse la mancanza…
**
Che era pure un “Nativo Americano”: la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede
benissimo e prende pure la mira!
***
Da non confondere con ADAM Warlock,altro più-volte-morto-in-realtà-poi-ritornante.
§
Eracle/Ercole muore per assurgere al cielo (ma una volta dio non ha praticamente
ruolo), così come muoiono Achille, Ulisse, Rolando/Orlando, Lancillotto, Sigurd/Siegfried,
Khrishna e i Panduidi, Rustem e Shorab. L’epica fornisce aspirazioni e
paradigmi di comportamento: nel narrare imprese inverosimili per qualsiasi
uomo, almeno la morte deve rimanere come punto di incontro tra uomo comune ed
eroe.
§§
Alcuni rari casi di leggende prevedono un ipotetico ritorno dell’eroe (quale
Artù o Federico di Germania) che si ritempra sotto un monte o in un’isola
perduta dalle mortali ferite che ne hanno determinato la scomparsa da questo
mondo; il ritorno avverrà quando la loro terra avrà davvero bisogno di loro.
Ora, Avalon o le caverne sotterranee sotto l’Etna o il Monte Kyffhäuser sono
terre che NON appartengono a questo mondo, simili ai regni del Piccolo Popolo
della tradizione celtica e nordica. A tutti gli effetti anche della
pseudo-realtà del mito, gli eroi sono morti, e il loro ritorno è più una
speranza che una certezza.
§§§
Perfino i personaggi di Alan Moore, che più di altri ha cercato di sviscerare
attraverso il medium fumettistico sulla condizione dell’uomo, non hanno avuto
la possibilità di rimanere morti, eccetto quelli di sua proprietà. I Watchmen
sono rimasti morti (per lo meno !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
SPOILERONE !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Rorschach e il Comico) a lungo perché erano
a) umani senza poteri; b) protagonisti di una serie limitata… e perché si temeva
il confronto con l’originale e si sperava che il buon Alan prima o poi ci
ripensasse e tornasse sotto l’ala della DC. Dopo l’uscita del film e l’ennesimo
riazzeramento del cosmo-DC, non è stato possibile evitare la miniserie Doc
Manhattan Strikes Back (ah, non si
intitola così?)
#
Vogliamo ricordare che è una delle rare serie “non a termine” in cui NON compaiono
dei fill-in scritti da altri?
NB: le immagini non mi appartengono, ma sono prese dalla rete. Questo blog ha scarsa (benché illustre) utenza, e non ha fini di lucro.
E se mi ci cacci Sandman di fuori,ci cacci, fai fare figure barbine e idiote a tutto il resto!! :DD
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