Prosegue la nostra disanima sulla morte e i supereroi, destinata a un Clark's Bar Epitaph di anni fa!
4. Giudice, giuria e boia
(Quando i Supereroi uccidono)
Di DJ
Azz
Cinque miliardi
di uomini e miliardi di forme di vita
hanno trovato una fine orribile a causa di questi cosiddetti Kryptoniani.
È tempo che Zod
e i suoi macellai PAGHINO per ciò
che hanno fatto!
Superman, da The adventures of Superman n. 444
Cos’è la morte, se non un apostrofo nero tra le parole “nun te regge cch’iù?”
Cos’è la morte, se i super non la infliggono qualche volta a qualcuno in qualche modo per una qualche causa?
No, non stiamo parlando del danno collaterale (di quello ne parla un altro articolo), del laser impazzito, del “AZZ! Non mi sono reso conto che i miei raggi XYZ lo avrebbero potuto uccidere perché soffriva di cimurro galadoriano!”.
No, parliamo di quelle belle morti vere,
quelle volute dai supereroi. Quando
decidono di fare i giudici. O finalmente, semplicemente, svelano il loro lato bestiale.
E che? Guardate che si tratta solo di uomini
(so vabbè, anche di qualche alieno), stressantissimi, impegnati più a tenere a
bada i propri istintivi superpoteri che a sconfiggere i cattivi… ovvero, come
ci rivela Frank Miller: chi si mette una calzamaglia per combattere o compiere
il crimine è uno psicopatico, quindi fare il bene o il male è una pura casualità!*
Insomma: cosa pretendiamo? Che si reprimano
sempre? Che non facciano ciò che possono? Che non esprimano mai tutte le loro
potenzialità? Che il portare una tutina aderente su cui si sprecano le
battutine non abbia conseguenze sulla loro psiche?
Tutti
nel mondo dobbiamo dare il nostro meglio sfruttando le nostre capacità, ma ciò ovviamente non vale per uno Scott Summers qualunque (“I miei
raggi… il mio potere è la mia maledizione! Se non mi controllo potrei
distruggere tutti!”) o un Capitan Marvel (che, se avesse usato la sua Coscienza
Cosmica avrebbe fatto il Guardone come Uatu o almeno avrebbe potuto scroccare
le partite via cavo senza pagare!).
Insomma: da grandi poteri derivano grandi
responsabilità… e ‘sta cippa! Basta!
Pensate a Hulk, che non può amoreggiare con
Betty (è ancora viva? È di nuovo morta?) perché si ecciterebbe ed eccitandosi
diventa un gigante verde (anche se ripensandoci forse questo incremento di
dimensioni e di muscoli a Betty non è mai dispiaciuto…).
No, occorrerebbe fare come il Dr. Manhattan:
si tromba con Laurie e contemporaneamente si fa qualcosa di più divertente. Se
stupidi umani non capiscono, Hulk distruggerà stupidi umani: molto più logico.
Insomma: non ci si può reprimere sempre.
I cattivi uccidono, se la spassano cercano
(soprattutto) di fare fuori te, la tua famiglia, il mondo, i criceti e i
lemming e tu cosa fai? Li devi rendere sconfiggere senza fargli troppo male, li
devi rinchiudere in una prigione da cui uno sceneggiatore di terza categoria li
farà evadere etc. etc.
A
volte penso che se i supereroi fossero veri e agissero come nei fumetti, la
vera ragione per cui lasciano vivi i loro avversari è solo perché così danno un
senso a sé stessi. «Alfred, cosa ho in agenda,
domani?» «Signor Bruce, secondo le statistiche, probabilmente il Joker fuggirà
da Arkham, si ritiene che stavolta ucciderà non meno di trenta persone.» «Terribile,
terribile… devo fare qualcosa… ma non posso diventare come lui…». E spezzagli
le dita! Almeno non maneggerà più quel rossetto assassino!
Comunque: a volte il supereroe non ce la fa
più. Quando il supercattivo oltrepassa i limiti (cioè non si limita ad
ucciderti mamma, figlio e fidanzata, perché quello è un fatto privato, e i
supereroi non sono autorizzati a fare vendette private!), che so: sterminando
le galassie (e i lemming)… quando il
supercattivo oltrepassa davvero i limiti, allora l’eroe ha di fronte la scelta:
«Stavolta lo ammazzo o no?».
E qualche volta lo fa davvero, non si ferma
al solito: «No, non farlo! Poi diventeresti come lui!» detto dal bambino
sfigato **
(Il video dimostra che anche in Giappone si
sono posti il problema)
Così il super alla fine schiaccia il bottone
(o la testina del cattivo) e puf! Morto il cattivo fino alla prossima geniale
trovata per farlo resuscitare (anche se un altro può prendere nome e ruolo del
cattivo più facilmente di quanto non accada per un super).
Già, ma poi devi convivere con quello che
hai fatto… per almeno due mesi, che dopo c’è il cross-over, e il cross-over col
cavolo che ha il tempo per la psicologia!
Quando John Byrne (sempre lui!) si decise a
mettere alle strette Superman nella “Saga di Supergirl”, la situazione era
davvero estrema: un intero mondo (“parallelo”) distrutto dal generale Zod e dai
suoi scagnozzi, Superman ultimo rimasto e con la mortale (per gli altri)
Kryptonite Verde, i tre bastardoni che lo prendono in giro sull’utilità del
carcere a vita immortale nella Zona Fantasma promettendo di venirlo a cercare…
Alla fine Supes scoppia e li fa fuori. Giudice,
giuria, e boia***.
Sul momento non è che si pente al volo, ma
il mese dopo lo troviamo chiuso in casa Kent, accudito da Ma’ e Pa’, in una
stanza semibuia a farsi le seghe mentali: «Oddio ho ucciso! Oddio sono come
loro! Oddio di qua e oddio di la! Oddio come si chiama il dio dei Krypotoniani?
Non Krypto, quello è il mio supercane…».
Ora: è giusto che Supes si penta del suo
gesto. In fondo è un campione della vita, no? O quello era il Beyonder della
Marvel…? Va beh, lasciamo perdere. Comunque far fuori qualcuno non è una cosa
così liscia, soprattutto se questo era l’elemento distintivo tra te e il male.
Come risolve John Byrne questo struggimento
così poco profondo? Ma facendo spuntar fuori Braniac! Non quello metallico e
computerico, ma l’alieno. Bello scontro, poteri mentali contro pura energia, e
il perfido Braniac che scopre una forza di volontà sconosciuta in Kal El:
«Cominci a capire che forza occorre per dominare il LATO CATTIVO di un superuomo?».
Conclusione? Che Superman batte Brainiac e,
pur potendolo uccidere, alla fine non lo fa… è tornato il solito buono****. E
così per tutti gli altri eroi eccetto naturalmente il Punitore: lui di essere
una giuria clemente non ne ha proprio intenzione… anche perchè lui non ha super poteri da controllare: è un semplice
umano, e i semplici umani ammazzano!*****
Concludendo: quando un super provoca
volontariamente la morte, gli autori hanno bisogno solo di una scusa per
rilanciare le sue motivazioni profonde. E magari ci aggiungono che il
superTizio “non dimenticherà mai quel volto e la sua colpa… ma con quella colpa
dovrà convivere. (a capo, grassetto) Per tutta la vita”.
Tanto
(repetita iuvant) due mesi dopo c’è il cross-over, e
non è che possiamo perdere troppo tempo in psicologia: dobbiamo pestare duro,
perché gli alieni e/o i supercattivi coalizzati sono cattivi senza alcun
dubbio!
(PS: lo so che l'immagine iniziale non c'entra nulla con il super che uccide... diciamo che, calicisticamente, Spidey ha fatto un velo che si è rivelato un assist)
(PS: lo so che l'immagine iniziale non c'entra nulla con il super che uccide... diciamo che, calicisticamente, Spidey ha fatto un velo che si è rivelato un assist)
* Vedi la strana categoria degli sfregiati: il procuratore Harvey Dent
diventa Due Facce, un poliziotto diventa Darkman.
** Ma gli sceneggiatori conoscono davvero i bambini?
Guardate che il loro senso di giustizia è assai vicino alla Legge del Taglione…
***Superman n.22
**** The adventures of Superman n.
445
***** sì, lo so, anche Lobo. Ma lui è uno czarniano, in fondo!
PS: immagini e video non sono miei! Questo blog non ha fini di lucro!
Splendido post come al solito, impreziosito dalla sigla di Judo Boy, chiccone !
RispondiEliminaCerto che solo su questo specifico tema fumettistico ci sarebbe da scriverci dei tomi...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaThanks!
RispondiEliminaSui tomi: la morte vende sempre. Non dimentichiamolo!