<<Qualunque cosa, basta che abbia
una gorgiera>>.
In realtà intendevo “pappagorgia”,
ma quando c'è l'emozione, si sa, le parole non vengono. Soprattutto
quelle difficili.
Il Maestro mi osserva un istante, poi
quasi si ferma nel tempo mentre guarda dentro la sua mente. Infine,
con abilità consumata, mi realizza il disegno che vedete qui sopra.
Ecco: questo è uno dei miei ricordi
preferiti di Sergio Toppi. Un dio del fumetto sceso in terra che,
dopo conferenze, incontri e tanti, tanti appassionati che chiedevano
“un disegnino”, si ritrova davanti un nessuno che gli chiede
“qualunque cosa, basta che abbia una gorgiera”.
E me lo ha fatto.
Così come aveva soddisfatto le
richieste (alcune altrettanto assurde) di altri prima di me.
Con cortesia.
Con senso del dovere? Forse,
semplicemente, con il rispetto verso il lettore di cui tanti si
riempiono la bocca, ma che solo pochi della nuova generazione (e
forse neanche tutti quelli della sua) sanno avere.
Ma lui lo aveva davvero.
Un gentiluomo, Sergio Toppi.
Un Uomo, prima che un Autore.
Quella sera, tanti anni fa a Carbonia
fu strana. E incredibile, da molti punti di vista.
Io ero cresciuto col “Giornalino”
della fine degli anni '70 (e con Tex), e il tratto di quell'Autore,
le sue storie “strane” e difficili, le sue illustrazioni per
“Conoscere insieme”, i suoi colori così “diversi” in quella
rivista, le immagini grandi e piccole che riempivano le pagine mi
avevano folgorato. Fin da quando avevo sei anni, e non perché io
fossi un genio dell'arte, tutt'altro: è solo che Sergio Toppi sapeva
comunicare a tutti.
Le sue storie sono stratificate, hanno
tanti livelli di lettura. Ma i suoi disegni colpivano, colpiscono,
colpiranno, non possono lasciare indifferente neppure un bambino.
Lo fanno perfino in quella manciata di
episodi in stile-Bonelli, in quella griglia così lontana dalla
libertà (dalla scelta “necessaria”?) della composizione delle
sue storie brevi e lunghe.
Quella sera fu incredibile: grazie alla
cortesia degli organizzatori della mostra, io e i miei compagni di
fanzine avemmo il privilegio di cenare con Sergio Toppi.
Imbarazzo immediato: potevamo sedere
allo stesso tavolo e parlare con un Creatore di mondi e storie! Come
fare per non “abusare” del tempo di una divinità del fumetto?
L'imbarazzo si sciolse presto, grazie a
colui che, lo scoprimmo presto, non era affatto un dio distante.
Sergio Toppi era, infatti, un Uomo
umile (nel significato con maggiore dignità e prestigio della
parola), disponibile, curioso. Si interessò subito quando la
conversazione arrivò a storie della nostra isola.
E così, man mano più rilassati,
parlammo con lui della virga sardisca e della leggenda della Bella di
Sanluri, una storia di destino e di magia che avrebbe potuto essere
una delle sue storie. Ricordo ancora il Maestro che esaltava le rocce
della Sardegna che già avevano conquistato Galep (<<Avete
delle rocce bellissime>>, disse).
E scoprimmo che “anche” un Autore
poteva essere un grande Uomo, cortese, ironico, disponibile, gentile.
Sergio Toppi era un dio del fumetto
che, senza ironia, chiedeva il permesso per fare delle obiezioni
(motivatissime e ricche di suggerimenti per migliorare) alle tavole
che il mio amico gli presentava.
Sergio Toppi che chiede il permesso di
dare suggerimenti? Non ci avrei mai creduto.
Ma, dal poco che lo ho conosciuto,
Sergio Toppi era così: incredibilmente disponibile e gentile.
C'è una delle sue tante belle storie,
che si intitola “Isola gentile”: un naufrago arriva su un'isola
del Pacifico, che magicamente gli regala un'avventura. Perché,
appunto, è nella sua natura di isola gentile.
Ecco, Sergio Toppi, per me che ho avuto
la fortuna di conoscerlo di persona, lo ricorderò così: un Uomo
gentile, che ci ha regalato sogni ed avventure.
bel post. hai ritrovato il disegno dell'indiano? :)
RispondiEliminaAhimè no... come si possa perdere un disegno originale di Sergio Toppi è una delle sfighe (non dei rischi) che non dovrebbero capitare a chi ama il mondo del fumetto...
RispondiEliminaHaI PERSO il disegno? O_O
RispondiEliminaNon oso immaginare la quantita' di dei pagani e non che stai pesantemente offendendo da quel momento..
Anch'io ero stregato da quelle chine graffiate e tremolanti fin dal Giornalino. Era un Gigante si!